FIAT DINO SPYDER

Assolutamente di nicchia, la Dino Spider, nata da un accordo con la Ferrari (non ancora entrata nel gruppo Fiat) per precise esigenze agonistiche del Cavallino e realizzata in appena 1.600 unità fino al 1972. La necessità di raggiungere il numero di esemplari imposto per l’omologazione nelle gare di Formula 2, aveva portato infatti al coinvolgimento della casa torinese nel produrre un sei cilindri a V due litri al cui progetto iniziale aveva lavorato lo sfortunato figlio del patron di Maranello, Alfredo detto “Dino”.
Un motore tecnicamente di pregio (interamente in alluminio con quattro alberi e camme), che sulla Fiat eroga 160 Cv e che equipaggerà (in posizione posteriore-centrale) anche la più potente coupé 206 GT , venduta direttamente dalla Ferrari ma con marchio Dino (il Cavallino era riservato allora esclusivamente alle 12 cilindri).
La Spider Fiat, seguita nel 1967 dalla versione coperta di Bertone, è compatta (4,10 metri di lunghezza), dal look attraente molto aggressivo, a due posti con “strapuntino” posteriore e con prestazioni di livello (210 km/h di velocità); a penalizzarla sono, però, le finiture non all’altezza del prezzo elevato (oltre 3,5 milioni di lire) e problemi di affidabilità.

Nel 1969 si punta ad una evoluzione un po’ meno raffinata del V6 (basamento in ghisa), con cilindrata portata a 2.400 per 180 Cv, ma la Dino resterà di fatto una bella parentesi, oggi comunque storicamente e giustamente rivalutata.





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